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Luce per illuminare le genti: Lettera di Natale dell’Arcivescovo Nosiglia

19 dicembre 2018

giuseppe ghiberti

Più accoglienza in famiglia, con particolare attenzione per i nonni, gli anziani e i malati, e anche più apertura verso chi soffre, con l’aiuto concreto a poveri e deboli. Questo l’invito che l’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, lancia alle famiglie di Torino e dell’Arcidiocesi in occasione del Natale 2018 con la sua lettera “Luce per illuminare le genti”. “Natale è la festa che vede riunita tutta la famiglia per vivere una esperienza fraterna, un pasto insieme, un’occasione per rivolgerci gli auguri sinceri e affettuosi, per scambiarci regali e condividere così la gioia del dono offerto e ricevuto. Sappiamo che il dono più grande però è Gesù, il divino Bambino che il Padre dei cieli ha mandato tra noi per aiutarci a camminare sulla via del bene, della pace e dell’amore”. Nella sua lettera Nosiglia si richiama agli insegnamenti del Pontefice: “Più volte papa Francesco ci ha ricordato l’importanza di superare la separazione tra giovani e anziani per favorire l’incontro e acquisire valori e consigli appropriati da chi ha vissuto esperienze ricche di umanità, di fraternità e di saggezza. Chiedo soprattutto ai bambini, ai ragazzi e ai giovani di saper spendere un po’ del loro tempo di vacanza da scuola, per stare a casa, insieme ai propri cari, genitori e ai nonni per offrire loro la gioia del Natale e l’attiva partecipazione a questo momento importante della loro famiglia”. Il presepe è punto di incontro per tutti, anche per i poveri e per chi è in condizioni difficili. La comunità di Torino mostra particolare attenzione verso gli immigrati e le famiglie in stato di precarietà. Prosegue l’Arcivescovo: “Saranno oltre 200 quest’anno i pasti caldi offerti per le cene di Natale grazie al progetto “Ristorante solidale”, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Caritas, comunità di S Egidio e Just Eat, azienda di acquisto telematico di pasti o posti in ristorante e pizzeria”. Si tratta di pasti pagati con il contributo dei clienti di diversi ristoranti e poi recapitati con una agenzia di ponj express al domicilio di persone segnalate perché in difficoltà. E poiché la carità non si esaurisce in un giorno “Caritas e S. Egidio continueranno a comunicare a Just Eat i nominativi di senza dimora e famiglie in difficoltà almeno una volta al mese”. Nè vanno dimenticati i degenti in ospedale, i carcerati, i sacerdoti anziani. “L’accoglienza rappresenta uno dei gesti oggi più difficili perché esige un atteggiamento e una scelta precisa : quella della gratuità – considera l’Arcivescovo – Gesù è venuto per insegnarci una via migliore: quella di allargare i confini della nostra casa, famiglia, patria e cultura a tutti coloro che chiamiamo nostro prossimo, rompendo steccati consolidati e superando divisioni di ogni genere. Lui nasce per tutti, amici e nemici, vicini e lontani, ricchi e poveri: nessun uomo è escluso dal suo amore, anche chi lo rifiuta e lo perseguita può contare sempre su di Lui…. A Natale nessuno deve sentirsi solo e abbandonato e scartato …. Per tutti c’è un motivo di festa e di serenità”.

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