Il Custode Pontificio della Sindone è Cardinale
10 dicembre 2024

AUGURI al Custode Pontificio della Sindone che Papa Francesco ha elevato al collegio dei Cardinali. Il CISS esprime gioia e riconoscenza.
Con l'occasione condividiamo alcune considerazioni del Cardinale Custode tratte dalla serie "La Sindone di Torino" https://vativision.com/podcast/la-sindone-di-torino/
Oggi chi conserva la Sindone? Qual è il ruolo del Custode della Sindone?
Chi è deputato a conservare la Sindone oggi è l'Arcivescovo di Torino in quanto appunto presiede questa Chiesa e che ha un compito particolare, potremmo dire, anzitutto tecnico. Cioè spetta al Custode della Sindone fare in modo che essa sia custodita, non venga deturpata. E questo lo si fa oggi anche attraverso i mezzi che la scienza e la tecnica ci mettono a disposizione proprio per conservare questo documento particolarissimo. Ma mi sembra che poi, dopo essere custodi, avere la Custodia della Sindone significa assumere un ruolo anche spirituale particolare, perché vuol dire essere custodi di un documento che è preziosissimo non soltanto per la Chiesa di Torino, ma per tutte le chiese e per tutti i credenti. Un documento preziosissimo anzitutto per la città di Torino e per i cristiani di Torino. Quindi mi sembra che custodire la Sindone significhi anche aiutare tutti i credenti che vivono in questa diocesi, in questa città, a centrarsi sul mistero che la Sindone rappresenta visivamente e cioè il mistero della morte, della sepoltura e della risurrezione di Cristo.
Ma nello stesso tempo avere la custodia della Sindone ha un valore, potremmo dire, per tutte le Chiese, per tutto l'universo dei cristiani e significa fare in modo che ciò che è depositato qui, che è custodito qui, possa essere accessibile a tutti. E questo lo si fa in diversi modi. Certamente nei momenti delle grandi Ostensioni, ma poi dopo, oggi, con tanti altri mezzi, anche con documenti visivi come ci è permesso oggi affinché davvero tutti possano essere messi a contatto con il significato profondo della Sindone.
La Sindone è una reliquia o è testimone di una storia? Che posizione ha la Chiesa e se vuole dire, qual è la sua posizione?
Penso che su questa questione dovremmo un pochino smarcarci dalla cultura contemporanea che ci fa credere troppo spesso che l'unica cosa vera è quella scientificamente probabile. Ci sono delle verità che sono oltretutto le più profonde della nostra vita, che non sono oggetto dell'indagine scientifica. E quindi credo che dobbiamo avere questa coscienza netta e questa intelligenza netta quando ci accostiamo alla Sindone e ci chiediamo che cosa è. Da questo punto di vista, veramente la Sindone continua ad essere una grande provocazione all'intelligenza.
Dobbiamo lasciare alla scienza di dirci, attraverso gli studi che può compiere le indagini e le sperimentazioni, che può fare, la datazione, di che tipo di telo si tratta e via di seguito. Però è indubbio che, al di là di ciò che la scienza ci dice su un piano della verità scientifica, c'è una verità molto più profonda che è insita in quel telo ed è data dalla grandissima somiglianza che c'è tra la storia raccontata da quell'immagine e la storia narrata dai Vangeli e dalle Scritture.
Questo è indubbio. E allora c'è una verità più profonda che un credente riconosce subito. Quella Sindone mi parla in maniera unica, singolare della passione, della morte, della sepoltura e della risurrezione di Gesù. E da questo punto di vista questa verità non può essere smentita né dalle affermazioni scientifiche né dalle negazioni scientifiche. E qualcosa di molto più profondo, perché è una verità meta-scientifica, e la mia posizione personale è precisamente questa che tutto sommato, quando leggo quella immagine è come se rileggersi i Vangeli ed è come se ascoltasse in maniera nuova, inedita anche attraverso gli occhi, potremmo dire, l'annuncio della morte e della risurrezione di Cristo per me e per tutti gli uomini.