La Chiesa del SS. Sudario. La sua storia, i suoi misteri
28 novembre 2019

E’ nata come chiesa per i poveri, gli umili, i diseredati. Il SS. Sudario resta oggi a regalare il suo patrimonio di bellezza a tutta la città e alle sue famiglie. Entrata, dopo il restauro della volta del 2018, nel circuito di visita del Museo della Sindone, che da vent’anni ne occupa la cripta, il bel luogo di preghiera di via Piave 14, angolo via S. Domenico, non ha solo ospitato in questi mesi il ciclo di conferenze “L’oggetto racconta”, organizzato dagli Amici del Museo e del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone sulle rarità presenti nel museo.
Giovedì 28 novembre, per il terzo e ultimo incontro dell’anno, si è fatta essa stessa la protagonista degli approfondimenti proposti nel quadro della rassegna concepita per narrare i fatti che stanno dietro ai reperti contenuti nelle sale del Museo, per farli uscire dalla rigidità delle teche espositive, per restituire a ciascuno la parte che ha avuto nella vita e nella storia della società savoiarda, piemontese e torinese.
Tutti gli incontri sempre di giovedì, a sottolineare quello che dovrebbe diventare un appuntamento fisso nell’agenda dei torinesi. In tutte e tre le occasioni sono stati relatori il prof. Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, insieme con il prof. Nello Balossino, docente alla facoltà di Informatica, e direttore scientifico del Museo.
Il primo evento, dedicato alle fotografie della Sindone, si è tenuto il 26 settembre. Il 24 ottobre è stata la volta delle cassette che hanno custodito la Sindone, la prima utilizzata nel 1578 per il trasporto del Telo da Chambery a Torino, divenuta nel frattempo centro politico e amministrativo dello Stato dei Savoia, la seconda, nota per averla conservata, arrotolata, dalla fine del XVI secolo sino al 1998, all’indomani dell’incendio della Cappella del Guarini, catastrofe a cui è stata per un caso fortunato risparmiata. Quindi sotto i riflettori, la stessa Chiesa del SS. Sudario.
Con questi tre appuntamenti si è anche inteso sottolineare una ripresa delle attività degli Amici del Museo, all’insegna di un intenso dinamismo e di ampia apertura al pubblico. E le iniziative sono destinate ad avere un seguito in primavera, sempre di concerto con il CISS.