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sindone positivo completo

DETTAGLIO DEL TELO

L’ immagine frontale mostra la testa e il viso di un uomo alto circa 1,80 m con i capelli lunghi, la barba bipartita e i baffi. La massa di capelli più marcata sul lato sinistro suggerisce che la testa fosse leggermente inclinata verso quel lato. Macchie rossastre sono visibili sui capelli e sul viso. La più caratteristica è quella a forma di "3 rovesciato" al centro della fronte. I tratti del volto sono comunque funestati da quelle che sembrano essere diverse lesioni: deviazione del setto nasale, tumefazioni sotto l’occhio, sulla guancia destra, sul labbro superiore e sulla mascella.

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È possibile vedere i due avambracci incrociati sul pube con la mano sinistra sul polso destro. Macchie di sangue sono evidenti sul polso sinistro e su entrambi gli avambracci.

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L’immagine dorsale mostra una serie di rivoli di sangue dalla nuca al collo. Numerosi segni di flagello sono evidenti dalle spalle fino alle caviglie. Si distingue anche un flusso di sangue trasversale nella regione lombare.

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L’immagine dorsale mostra anche i piedi, soprattutto il destro. Nella parte centrale del piede destro c’è una zona decisamente più scura che corrisponde alla ferita di un chiodo. Due diversi rivoli di sangue vi fuoriescono, uno verso le dita dei piedi e uno verso il tallone.

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Il Telo è antichissimo e, come con qualsiasi altro oggetto di datazione analoga, è difficilissimo ricostruirne la storia. Si è però via via consolidata una tradizione secolare che identifica la Sindone con il lenzuolo funerario che ha avvolto il corpo di Gesù dopo la sua morte.

Prima dell'incendio di Chambéry, la sindone mostrava l’immagine del corpo, frontale e dorsale di un uomo con i segni della crocifissione impressa in modo delicato e sfumato.

La copia della Sindone di Lier (datata 1516) conservata nel Tesoro di S. Gummaro a Lier, Belgio (Lierre in dizione francese) ci da un’idea di come appariva allora il Telo.

copia della sindone di Lierre

Sotto, l’immagine attuale, ritoccata al computer.

fotoritocco sindone senza bruciature

Nel 1532 un incendio, scoppiato nella Sainte-Chapelle di Chambéry (capitale del Ducato di Savoia dove era conservata), danneggia la Sindone provocando danni visibili ancora oggi. Due anni dopo le suore Clarisse di Chambéry la restaurano chiudendo i buchi provocati dall'incendio con toppe che verranno eliminate solo nel 2002.

Il video di prelettura realizzato in occasione dell’Ostensione della Sindone del 2010.

CHE COSA SI VEDE ?

COSA SI VEDE2_edited.jpg
1) Macchie d'acqua
2)  Parti mancanti
3) Linee carbonizzate dovute all'incendio di Chambéry del 1532
4) Danni provocati dall'incendio di Chambéry
5) Pieghe del tessuto
6) Bruciature anteriori al 1532
 7) Ferite dovute al flagello
 8) Ferita al costato
 9) Ferita da chiodo al piede destro
10) Ferite dovute ad oggetti acuminati tipo casco di spine
11) Ferita da chiodo al polso sinistro
12) Macchie di sangue

VOLTO POSITIVO DELL’UOMO DELLA SINDONE

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Questa fotografia rappresenta il volto dell’Uomo della Sindone come appare sul telo. La differenza di tonalità fra i valori chiari e quelli scuri è talmente bassa che l’occhio riesce a percepire soltanto le fattezze di un volto umano nella sua globalità, mentre i particolari non sono facilmente individuabili e intelleggibili.

Le impronte che definiscono i caratteri somatici del volto sono scure in corrispondenza a zone in rilievo, come per esempio la piramide nasale e le gote, mentre sono chiare nelle altre, come per esempio le aree orbitali e quelle mascellari, fanno eccezione le macchie ematiche che sono, per propria natura, di colore bruno intenso. L’immagine ci presenta, quindi, un volto con una distribuzione di luminosità che è esattamente opposta a quella che percepiamo nella realtà in cui le parti più sporgenti vengono associate a tonalità più chiare rispetto a quelle relative a strutture anatomiche più lontane. L’impronta sindonica si comporta, quindi, quasi fosse un negativo fotografico; fanno eccezione le macchie di sangue che sono scure e, quindi, in positivo per valore cromatico intrinseco.

volto positivo della sindone

Nell’immagine positiva della Sindone le lateralità sono invertite: la destra appare a sinistra e la sinistra a destra. 

VOLTO NEGATIVO DELL’UOMO DELLA SINDONE

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Questa fotografia, ottenuta da Giuseppe Enrie nel 1931, rappresenta il negativo fotografico del volto sindonico. È evidente come i chiaroscuri siano completamente invertiti e sia presente la trasposizione spaziale, il cui effetto consiste nello scambio della parte destra con la sinistra e viceversa. Ecco allora che il telo di colore chiaro è diventato scuro, mentre le macchie corrispondenti alle zone anatomiche in rilievo sono state convertire in tonalità chiare, con sfumature di intensità che rispecchiano l’andamento curvilineo del volto. Inoltre, i particolari che apparivano da una parte dell’immagine originale ora di trovano su quella opposta. Il negativo fotografico del telo sindonico ci presenta, quindi, l’aspetto di un uomo come potremmo osservarlo se fosse di fronte a noi. Anche le macchie di sangue sulla fronte a forma di tre rovesciato, e sulla nuca con andamento biforcato sia sparso, appaiono ora invertite nella tonalità e nella disposizione spaziale. Il tre rovesciato, per esempio, si presenta con la forma della cifra tre nella parte destra dell’immagine negativa. 

volto negativo della sindone

VOLTO IN POSITIVO A COLORI - NUCA IN POSITIVO A COLORI

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Il volto dell’uomo della Sindone presenta una notevole serie di lesioni contusive che i medici legali hanno studiato attentamente. Sono state individuate delle tumefazioni, che sembrano potersi identificare con ematomi, particolarmente visibili sull’emivolto destro, che si presenta più gonfio di quello sinistro. Oltre a questi ematomi si riscontrano evidenti degli ulteriori segni attribuibili a ferite lacero-contuse. In particolare sono molto ben visibili tali lesioni in corrispondenza delle arcate orbitali. Il setto nasale è deviato, a causa di una frattura. Nel complesso l’uomo della Sindone risulta essere stato selvaggiamente percosso nelle ore precedenti la sua morte. Inoltre sulla fronte, sulla nuca e lungo i capelli si apprezzano numerose colature di sangue, ad andamento sinuoso, che sgorgano da ferite da punta di piccolo diametro. Tali ferite, disposte a raggiera intorno al capo e che salgono sin sulla sommità della calotta occipitale, sembrano provocate dall’imposizione sul capo di un casco di aculei acuminati. Le caratteristiche del comportamento del sangue che fuoriesce dalle ferite hanno potuto permettere in alcuni casi di distinguere le lesioni di vasi arteriosi da quelli venosi. Particolarmente singolare è la colatura al centro della fronte sgorgata da una ferita della vena frontale, che segue l’andamento delle rughe della fronte causate dal dolore, dando origine alla caratteristica immagine a forma di É›. Da rimarcare è anche l'angolo formato dalle direttrici delle colature di sangue dalla stessa ferita. Esso indica due diverse posizioni del corpo sulla croce, come è possibile dedurre anche dalle colature provenienti dalla ferita al polso. Le due righe orizzontali scure che delimitano il volto sono dovute a pieghe del tessuto.

volto positivo sindone
nuca positivo sindone

TRONCO IN POSITIVO A COLORI - DORSO IN POSITIVO A COLORI

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La cute del tronco e del dorso presenta oltre un centinaio di ecchimosi escoriate, consistenti in figure tondeggianti e abbinate, lunghe circa due centimetri, visibili anche sugli arti inferiori. Sembrano lesioni provocate dal flagello, strumento romano di tortura, costituito da un manico di legno da cui si dipartono delle corregge al termine delle quali sono fissati dei piccoli piombi a forma di manubrio affiancati a due a due. In alcuni punti sono anche visibili i segni avvolgenti lasciati dalle corregge di cuoio. È difficile stabilire il numero di colpi di flagello inflitti, poiché non si conosce il numero di corregge del flagello. È invece certo che il supplizio venne inferto a schiena curva e sul corpo nudo, in quanto le lesioni sono distribuite sul corpo intero.

All’altezza della zona scapolare sinistra e sovrascapolare destra si osservano delle ecchimosi dalla forma grosso modo quadrangolare, riferibili ai segni lasciati da un oggetto pesante e ruvido che molto probabilmente è il patibulum, l’asse orizzontale della croce che a volte il condannato portava su di sé sino al luogo dell’esecuzione.

Sulla parte destra del petto spicca ancora una grande chiazza di sangue larga 6 cm e lunga 15 cm, che fuoriesce da una breccia cutanea di forma ovoidale di circa 4,5 cm di larghezza e 1,5 cm di altezza provocata da un agente lesivo da punta e taglio che ha colpito all’altezza del quinto spazio intercostale destro e che è penetrato in profondità. Le caratteristiche di questa ferita sono importanti, in quanto mostrano che essa fu inferta dopo la morte del soggetto. Anche il sangue che ne sgorga, la cui colatura continua sul dorso all’altezza delle reni, evidentemente per uno svuotamento della cavità toracica al momento della deposizione in orizzontale del cadavere, si presenta circondato da un alone sieroso costellato da macchie rossastre, come avviene per sangue uscito da un cadavere in cui si è già separata la parte sierosa da quella corpuscolata.

tronco positivo sindone
schiena positivo sindone

MANI IN POSITIVO A COLORI - PARTICOLARE DEL POLSO IN POSITIVO A COLORI

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Sull’immagine anteriore della Sindone sono ben identificabili le impronte lasciate dagli arti superiori. Le braccia (la cui immagine non è più visibile a causa della strinatura del tessuto dovuta all’incendio di Chambéry) sono distese, con una leggera flessione verso l’interno all’altezza dell’articolazione del gomito, mentre le mani si incrociano a livello della regione pubica, con la mano sinistra sovrapposta alla destra. Lungo gli avambracci sono visibili lunghe colature di sangue, che partono dai polsi per risalire sino all’altezza del gomito. Il loro andamento appare innaturale, in quanto sembra risalire, contro ogni legge di gravità, verso l’alto invece di colare, come apparirebbe naturale in un cadavere supino. È invece spiegabile e naturale il loro percorso, in quanto si tratta di colature di sangue formatesi quando il corpo era appeso alla croce e pertanto i polsi si trovavano più in alto dei gomiti.

Su polso sinistro è ben visibile una caratteristica chiazza di sangue, formata da due colature divergenti, con un angolo relativo riferibile alle due diverse posizioni assunte dal condannato sulla croce: quella accasciata e quella sollevata. Il sangue fuoriesce da una ferita di forma ovale, riferibile alla lesione da uno strumento da punta, quale un chiodo, sul quale sia stata esercitata una trazione. Particolarmente degna di interesse è la localizzazione di tale ferita, che non si presenta nel palmo della mano, come viene raffigurata nella tradizione iconografica della crocifissione, ma nel polso, esattamente in uno spazio libero tra le ossa del carpo che viene chiamato “spazio di Destot”. La penetrazione del chiodo in tale zona secondo gli studi del chirurgo francese Pierre Barbet comporterebbe la lesione del nervo mediano, con conseguente flessione del pollice all’interno del palmo della mano. Questo spiegherebbe l’assenza dell’immagine dei pollici sulla Sindone. L’infissione del chiodo nel polso e non nel palmo della mano corrisponde ad esigenze di sicurezza del fissaggio degli arti superiori alla croce: i tessuti del palmo della mano non possono infatti reggere il peso del corpo senza lacerarsi. 

mani positivo sindone
mani dettaglio positivo sindone

IMMAGINE ANTERIORE - POSTERIORE DEGLI ARTI INFERIORI IN POSITIVO A COLORI

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Gli arti inferiori dell’uomo della Sindone sono ben individuabili, sia nella figura anteriore che in quella posteriore. Anche su di essi si apprezzano i caratteristici segni del flagello. Entrambe le ginocchia presentano delle escoriazioni, molto probabilmente dovute a cadute, poiché in queste zone, come sulle piante dei piedi, sono state individuate tracce di terriccio. Da notare ancora che il ginocchio sinistro è stato fissato dalla rigidità cadaverica in posizione più flessa rispetto al destro, in modo tale che l’arto sinistro risulta nell’immagine più corto del destro.

I piedi sono ben visibili nell’impronta posteriore, mentre su quella anteriore risulta evidente una macchia di sangue, ma non l’impronta somatica dell’arto. La pianta del piede destro è nitidamente impressa, mentre del sinistro è visibile solo la parte posteriore, in prossimità del tallone. Ciò suggerisce che la crocifissione sia avvenuta utilizzando un solo chiodo e sovrapponendo il piede sinistro al destro. Sulla pianta del piede destro si nota il foro di uscita del chiodo, da cui si dipartono dei rivoli di sangue che scendono verso le dita, dovute quindi all’emorragia durante la crocifissione. Altre scendono verso il calcagno, fuoriuscite dunque al momento della deposizione, quando il corpo si trovava in posizione supina.

arti inferiori positivo sindone
arti inferiori retro positivo sindone

BRUCIATURE E RAPPEZZI DELL’INCENDIO DI CHAMBÉRY (1532)

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Ingrandimento di uno dei punti danneggiati durante l’incendio. La Sindone era allora conservata ripiegata in una cassetta d’argento. Un pezzo di metallo incandescente cadute sul Lenzuolo ne ha trapassato tutti gli strati, distruggendo il tessuto. Questo spiega il ripetersi simmetrico delle caratteristiche lacune a forma di triangolo. Le due linee nere strinate che corrono ai lati della figura impressa sul Lenzuolo sono dovute al contatto con la parete surriscaldata della cassetta. Le lacune furono riparate dalle Clarisse di Chambéry nel 1534, che provvidero a cucirvi delle toppe, riconoscibili per il diverso colore rispetto al Lenzuolo, circondate da una zona scura, poiché fortemente strinata dal calore. 

bruciature e toppe sindone

ALONI D’ACQUA

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Per poter maneggiare la cassetta e mettere in salvo la Sindone durante l’incendio, fu necessario usare dell’acqua, che penetrò all’interno della cassetta stessa, inzuppando la quasi totalità del Lenzuolo. Le zone a losanga che oggi vediamo sulla Sindone rappresentano infatti le poche zone rimaste asciutte. Anche qui le impronte appaiono ripetute a causa del gioco delle piegature. Il bordo seghettato dell’alone è dovuto alle sostante presenti sul lenzuolo trasportate dall’acqua.

toppe sindone

TRACCE DI BRUCIATURA ANTERIORI ALL’INCENDIO DI CHAMBÉRY

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Sulla Sindone sono ancora evidenti dei segni di bruciature tondeggianti, anch’essi a decorso simmetrico. Tuttavia la diversa disposizione rispetto alle bruciature di Chambéry suggerisce un sistema di piegatura differente. Tali bruciature sono sicuramente preesistenti all’incendio del 1532, in quanto già documentate in una copia pittorica della Sindone del 1516, oggi conservata a Lierre, in Belgio. 

segni di bruciature sindone
segni di bruciature sindone

LE LACUNE AGLI ANGOLI SUPERIORI E LA STRISCIA RIPORTATA

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Lungo tutto il margine che convenzionalmente si indica come superiore (la Sindone viene infatti esposta con l’impronta anteriore alla sinistra di chi guarda) è stata anticamente cucita una striscia dello stesso tessuto della Sindone. Si ignora la ragione di un tale riporto, anche se sono state fatte molte ipotesi. Ai due bordi estremi tuttavia questa striscia presenta delle vistose lacune, sotto cui compare il tessuto d’Olanda. Anche in questo caso non si conosce quando e perché avvenne questa mutilazione, certamente antica.  Subito al di sotto della lacuna in alto a sinistra di chi guarda è la zona da cui vennero effettuati nel 1973 i prelievi per indagini merceologiche sul tessuto e nel 1988 per la radiodatazione con il metodo del C14.

strinature sindone
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