Torino si prepara all’accoglienza dei giovani pellegrini di Taizé
3 gennaio 2020

Taizé ha scelto Torino. E Torino si prepara da subito all’accoglienza dei giovani partecipanti al pellegrinaggio di fiducia sulla terra che tra il 28 dicembre 2020 e il primo gennaio 2021 ne animeranno le strade e le chiese, prime tra tutte il Duomo. Aprendo le braccia alle migliaia di ragazzi che al seguito dei Freres di Taizé qui sosteranno in preghiera, la Diocesi di Torino ha preparato il suo dono più prezioso: la contemplazione privata della Sindone. Un momento che sarà proposto ai giovani, ma non imposto, nel pieno rispetto delle diverse confessioni che la comunità di Taizé rappresenta e nello spirito di ecumenismo che la caratterizza.
Ma a tutta la città si fa appello per offrire ai giovani di Taizé la migliore ospitalità. Così si è espresso Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa, custode pontificio del Telo, nel presentare l’incontro europeo di Taizé a Torino. “Quando, alcuni giorni fa in Polonia, dove si svolgeva l’incontro del 2019, è stata annunciata la nostra Città e Diocesi come sede del prossimo incontro 2020, si è elevato un applauso lungo e unanime da parte dei 15 mila giovani da 70 paesi del mondo, che hanno salutato la scelta con grande gioia, dimostrando così come Torino, la città dei Santi sociali che hanno operato tanto per e con i giovani, è conosciuta e apprezzata. Questo fatto ci stimola a preparare bene e coralmente, come Chiese cristiane e come Città e società torinese e piemontese, un evento che sarà importante per il nostro territorio”.
La Chiesa fa appello alle parrocchie, alle famiglie e alla società di Torino e del Piemonte
Oratori, distretti diocesani, istituzioni del capoluogo e di tutto il Piemonte saranno attivamente coinvolti nel programma delle giornate torinesi di Taizé. Spiega Mons. Nosiglia: “Chiedo alle parrocchie, alle scuole cattoliche e alle congregazioni religiose, ma anche a tutte le famiglie, cristiane e non, di rendersi veicolo di comunicazione e di sollecitazione verso tutti ad aprire la propria casa ai giovani, pellegrini di pace e di amore ed edificatori dunque di un mondo nuovo. Chiedo alle istituzioni comunali e regionali di offrire una concreta collaborazione e disponibilità, per favorire in particolare i trasporti e altri aspetti organizzativi, in modo che l’evento sia ricordato come un momento bello, gioioso e ricco anche di valori civili, oltre che religiosi, per dimostrare quanto le nostre città e paesi siano accoglienti e diano importanza alla pace, alla solidarietà, all’incontro e all’amicizia propri dell’evento. Mi auguro che tutte le Chiese e comunità cristiane presenti sul nostro territorio, ma anche le altre religioni, collaborino a quest’evento, che vuole essere un segno di pace e di fraternità universale, a cui ci invita spesso Papa Francesco e che anch’egli attua in prima persona”.
Le prime sollecitazioni vanno proprio ai giovani di Torino e alle loro famiglie, “che avranno il compito di accogliere nelle loro case uno o due partecipanti alle giornate torinesi. È questa una particolarità propria di quest’evento, che vuole essere dunque un momento di incontro, conoscenza e dialogo tra i giovani e le famiglie del territorio. Quindi, un’occasione di esperienza unica, ma quanto mai umana e ricca di concrete possibilità di tramutarsi in amicizia, da proseguire poi anche dopo i giorni dell’incontro. C’è nel pellegrinaggio di Taizè uno scambio di doni che tocca tutti”.