Preghiera davanti alla Sindone: un segno di speranza per l’umanità sconvolta dal contagio
11 aprile 2020

Un uomo solo in preghiera davanti alla Sindone. Ma su di lui ci saranno gli occhi del mondo intero. Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e Custode Pontificio del Telo, diventerà sabato 11 Aprile, Sabato Santo, l’interprete di tutte le angosce e paure dell’umanità sconvolta dal contagio del coronavirus. A partire dalle 17, in diretta televisiva sui canali della Rai, di Tv 2000 e di altre emittenti straniere, ma anche sulle pagine social, tra cui quella di Sindone2020, e sul sito www.sindone.org, guiderà di fronte al Telo una liturgia di venerazione e contemplazione. La piattaforma social è realizzata con il contributo della Regione Piemonte. La regia delle immagini è a cura dell’équipe di Pastorale Giovanile della diocesi di Torino, che sta preparando l’incontro europeo dei giovani di Taizé previsto per il prossimo dicembre 2020.
Un invito ad andare oltre il dolore
La preghiera davanti alla Sindone è, per la Chiesa, un modo per ricordare nella liturgia il Cristo morto, in attesa della risurrezione di Pasqua. Ma è anche, in questi giorni, la strada efficace per raccogliersi tutti, credenti e non, in una riflessione di fronte alla pandemia che sconvolge le nostre vite. La Sindone ci offre un messaggio di speranza che parte della passione e morte del Signore ma che diventa fonte della vita nuova offerta a chiunque crede.
La Sindone fu definita proprio “Icona del Sabato Santo” dal Papa emerito Benedetto XVI, in occasione dell’Ostensione del 2010 a Torino. Perché il Sabato Santo è il giorno del nascondimento di Dio. “La nostra epoca – ebbe a dire Ratzinger – è diventata in misura sempre maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti. Anche noi abbiamo a che fare con questa oscurità». Si tratta di un buio, però, già proiettato sulla «luce di una speranza nuova: la luce della Risurrezione». La consapevolezza che l’amore vince sul dolore.
“Più forte è l’amore”
“Più forte è l’amore” è il motto che fa da filo conduttore a questa ostensione straordinaria. Spiega MOns. Nosiglia nell’annunciare l’iniziativa: “Cari amici, migliaia e migliaia sono i messaggi che mi pervengono dalla gente, anziani e adulti e giovani, sani e malati per chiedermi che, nel momento di grave difficoltà che stiamo attraversando, si possa pregare durante questa Settimana Santa davanti alla Sindone, per impetrare da Cristo morto e risorto – che il Sacro Telo ci presenta in un modo così vero e concreto – la grazia di vincere il male come ha fatto lui, confidando nella bontà e misericordia di Dio. Ho accolto volentieri questa richiesta”.
Continua Mons. Nosiglia: “Grazie alla televisione e ai social questo tempo di contemplazione renderà disponibile a tutti, nel mondo intero, l’immagine del Sacro Telo, che ci ricorda la passione e morte del Signore, ma che apre anche il nostro cuore alla fede nella sua risurrezione. L’amore con cui Gesù ci ha donato la sua vita e che celebriamo durante la Settimana Santa è più forte di ogni sofferenza, di ogni malattia, di ogni contagio, di ogni prova e scoraggiamento. Niente e nessuno potrà mai separarci da questo amore, perché esso è fedele per sempre e ci unisce a lui con un vincolo indissolubile.
L’amore che ci manifesta la Sindone sostiene tutti nel credere che alla fine la luce vincerà le tenebre dello scoraggiamento e delle paure e la vita vincerà la morte e ogni altro male che assilla l’umanità.