Come spiegare la Sindone: conferenza al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum
23 maggio 2018

Oggetto di polemiche, fonte di dibattito, leva di interrogativi irrisolti: la Sindone è oggi più che mai una potente calamita che suscita l’interesse delle persone più svariate. Di qui l’esigenza per gli esperti di portare con equilibrio, misura e correttezza il suo messaggio universale nel mondo. Ne ha parlato mercoledì 23 maggio al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum il prof. Bruno Barberis, Coordinatore della Commissione Scientifica del Centro Internazionale di Sindonologia, nell’ambito delle conferenze proposte dallo stesso Ateneo diretto da padre Rafael Pascual LC, insieme con l’istituto di Scienza e fede Othonia e con il Centro Internazionale di Sindonologia, a completamento del Diploma di specializzazione in Studi Sindonici.
Il pomeriggio di studio è stato seguito con un collegamento in diretta anche dal CIS, la cui casa madre a Torino, presso il Museo della Sindone, è dallo scorso anno sede staccata dell’istituto pontificio. Accanto al prof. Barberis, hanno parlato anche la Dott.ssa Flavia Manservigi, Delegata per il Nord Italia del Centro Internazionale di Sindonologia, e il Prof. Antonio Cassanelli, Segretario del Centro Diocesano di Sindonologia Giulio Ricci di Roma, nonché Reggente della Rappresentanza a Roma del CIS.
Questi due studiosi hanno condotto approfondimenti di carattere storico e artistico. Manservigi ha analizzato i flagelli usati nella passione di Cristo e la loro eventuale compatibilità con le tracce di sangue rimaste sul Telo. Cassanelli si è concentrato sulle rappresentazioni dell’incoronazione dei sovrani nelle opere d’arte per compararle poi con le immagini della corona di spine.
Di fronte agli studenti, futuri sindonologi, il prof. Barberis ha invece tenuto un discorso di metodo, parlando sui corretti criteri di illustrazione del Telo. “La Sindone scatena una passione che non viene mai meno – ha spiegato il docente universitario, che nella sua attività di sindonologo ha tenuto quasi 3000 conferenze, tante delle quali nelle scuole – Il suo mistero, a cui la scienza a oggi non sa ancora rispondere, attira l’attenzione dei ragazzi, dei loro insegnanti, delle famiglie. L’universalità del suo messaggio sta anche nella sua estrema semplicità, che racconta con l’immediatezza dell’immagine le sequenze della passione e morte di Cristo”.
Far conoscere la Sindone nel mondo significa portare alla luce gli interrogativi scientifici sulla sua origine e formazione, senza però dimenticarne le straordinarie valenze pastorali. “La figura impressa sul Telo corrisponde alla narrazione dei Vangeli. Ogni sua descrizione non può esimersi da questo confronto, che diventa un indispensabile complemento all’indagine scientifica”.
La Sindone è certo un dono fatto da Dio all’uomo, che quindi ne deve fare il miglior uso possibile. Barberis conclude con un appello: “La Sindone è un formidabile strumento di fede ed è così che con umiltà e rispetto la si deve presentare”.