Museo della Sindone: trecento visitatori nella Notte dei ricercatori
29 settembre 2017

Questione di numeri, certo. Ma anche di curiosità vivace, di passione autentica, di volontà di scoprire. Le circa trecento persone – classi di studenti con professori e insegnanti al seguito, famiglie, gruppi di adulti – che venerdì 29 settembre, nella Notte dei ricercatori, hanno fatto del Museo della Sindone la propria meta sono state animate dall’interesse per i preziosi reperti che si espongono solo in occasioni eccezionali, ma spinte anche dal desiderio di mettere meglio a fuoco i contorni del mistero che a tutt’oggi circonda la Sindone. Era la prima volta che il Museo aderiva al progetto: il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020. E nelle sale di via San Domenico 28 si è aperto un itinerario speciale giocato sul filo della ricostruzione storica e dell’approfondimento scientifico. Le opportunità di approfondire, in questa coinvolgente cavalcata tra storia e scienza, non sono certo mancate: dalle teche che esibivano le prime lastre incise con le immagini della Sindone, originali mai esposti prima d’ora, alle postazioni delle gigantesche macchine fotografiche di fine ‘800 inizi ‘900 e accanto a monitor e pc della fine degli anni ‘70 del secolo scorso. Molti di questi pezzi entreranno presto a far parte stabilmente delle vetrine museali. A inquadrare la storia e il contesto dei diversi pezzi, le veloci, ma efficaci relazioni degli esperti, che hanno preparato il terreno delle visite lungo i tre percorsi tematici delle principali ricerche che coinvolgono la Sindone: quella fotografica-informatica, quella storica e quella interdisciplinare. “La Sindone è oggetto d’interesse e di studio in un vasto spettro di scienze – spiega il direttore del Museo e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia, professor Nello Balossino, coordinatore dell’iniziativa e docente di Elaborazione di immagini all’università di Torino – Il museo è da parte sua un riferimento importante per la città: l’unico al mondo sulla Sindone, ricco di preziosi reperti, immagini enigmatiche, testimonianze storiche, pubblicazioni e fascicoli di studi condotti per scoprire la genesi dell’impronta corporea. Aderendo a quest’iniziativa il Museo pone l’accento sul suo imprescindibile contributo a qualsiasi indagine sulla conoscenza del Telo, ma anche sulla sua centralità per Torino. La risonanza della manifestazione ha accresciuto certo la visibilità della nostra struttura, ma in parallelo anche il prestigio della città che si porta la Sindone nel suo Dna”.