Chiesa del SS. Sudario. Corso di aggiornamento per le guide di Torino
11 marzo 2019

La Chiesa del SS. Sudario rivela il suo patrimonio d’arte e la sua storia centenaria a beneficio delle guide e dei tour operator torinesi. Le circa 200 guide sono invitate a scoprirne i punti di forza nel corso di due incontri di aggiornamento in programma lunedì 11 e lunedì 18 marzo per la regia del Centro Internazionale di studi sulla Sindone e dell’ente di promozione e marketing Turismo Torino. A tenere le lezioni saranno il direttore del Centro Internazionale di studi sulla Sindone, prof. Gian Maria Zaccone, e Maura Checconi, restauratrice del Centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale, che ha seguito come capocantiere il ripristino degli affreschi della chiesa. Accanto a loro il prof. Nello Balossino, docente di elaborazione delle immagini al dipartimento di Informatica dell’università di Torino, vicedirettore del CISS e in quanto tale direttore del museo della Sindone, la cui guida scientifica spetta infatti al CISS, e Gianfranco Favarato, presidente della Confraternita del SS. Sudario, ente che da cinquecento anni gestisce la Chiesa e che è proprietario del museo. I due parleranno rispettivamente delle novità, soprattutto tecnologiche, del museo e della storia della Confraternita.
Due ore di serrata informazione per ciascun appuntamento, i due incontri mirano a illustrare la chiesa e il museo che alla Sindone sono intitolati. Restituita finalmente a Torino, dopo tre anni di chiusura e sette mesi di restauri, la chiesa del SS. Sudario mostra finalmente alla città lo splendore della sua volta a botte affrescata negli anni ’30 del Settecento dai pittori Piero Alzeri e Michele Antonio Milocco.
Con una fitta agenda di appuntamenti culturali, mostre, conferenze e concerti, la Chiesa è da quest’anno ufficialmente inserita nel circuito del Museo della Sindone, l’allestimento dedicato al Telo che da vent’anni ha spazio proprio nella sua cripta. Anche il museo è del resto unico per le sue specificità: è infatti il solo luogo al mondo stabilmente destinato non solo alla devozione, ma anche alla divulgazione, allo studio e alla conoscenza del Sacro Lino. Ed è soprattutto qui che è possibile accostarsi a esso in modo approfondito, al di fuori delle periodiche ostensioni o della cappella del Duomo di Torino in cui è conservato senza essere visibile.
L’itinerario di visita propone un’informazione completa sulle ricerche sindonologiche dal ‘500 ad oggi cogliendone gli aspetti storici, scientifici, devozionali e artistici. In particolare, un’ala è dedicata ad un percorso scientifico che illustra l’evoluzione delle ricerche iniziata oltre un secolo fa, nel 1898, dopo le prime foto della Sindone scattate dal fotografo amatoriale Secondo Pia.
L’altra parte del museo (il percorso storico) traccia invece la storia – quella ipotetica e quella certa – della Sindone e della sua venerazione a partire dalla seconda metà del XV secolo, quando il Lenzuolo divenne proprietà di Casa Savoia. In questa sezione, di estremo valore e significato è la cassetta utilizzata per il trasporto definitivo della Sindone a Torino nel 1578. Gioiello del museo è poi la cinquecentesca teca in argento e pietre dure che ha conservato la Sindone a partire dalla fine del ‘500 fino al 11 aprile 1997, il giorno dell’incendio della cappella del Guarini nel Duomo di Torino.
La storia nota e meno nota della Sindone si dipana dunque qui, tra le sale del museo e la Chiesa del SS. Sudario. Un centro scientifico e religioso, che diventano fattori decisivi nell’identità di Torino e che paiono fatti apposta per dialogare con l’appena riaperta Cappella del Guarini, rinata sulle ceneri del devastante incendio del 1997.
Nel concepire le giornate di studio, la volontà è stata quella di imbastire a partire da qui un tour delle principali chiese nel centro della città. Un’operazione di marketing, certo, ma anche un tributo al ricco patrimonio di spiritualità torinese, nell’indubbio riconoscimento della centralità artistica e simbolica delle opere che al Telo sono dedicate.