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Museo della Sindone aperto nella Notte Bianca della Fotografia

12 maggio 2018

giuseppe ghiberti

Migliaia di immagini per una sola città: Torino. Fo.To, la kermesse dedicata alla fotografia che si inaugura oggi e che fino al 29 luglio propone in 81 spazi espositivi cittadini mostre fotografiche, eventi e workshop, ha tra i suoi protagonisti anche il Museo della Sindone di via San Domenico 28.

Nella Notte Bianca della Fotografia, sabato 12 maggio, il museo terrà aperti i battenti sino alle 23. Dalle 19 l’ingresso costerà un euro. Il professor Nello Balossino, Direttore del Museo, spiegherà ai visitatori come la storia della ricerca scientifica sul Telo abbia preso origine proprio da uno scatto fotografico: quello del fotografo amatoriale Secondo Pia, che nel maggio del 1898 ebbe per primo il permesso da Casa Savoia di scattare un’istantanea della Sindone. Fu qui infatti che emerse il carattere di negativo dell’immagine impressa sul tessuto e da qui partirono tutte le indagini sulla genesi dell’impronta.

Ma altre foto – da quella di Giuseppe Enrie a quelle di Giovanni Judica Cordiglia, del gruppo accademico statunitense STURP e di Gian Durante – hanno punteggiato la storia e soprattutto gli studi sulla Sindone. Fotografie che nel Museo sono ampiamente documentate.

Testimone di una presenza, quella della Sindone, con cui da sempre la città si identifica, il Museo della Sindone diventa nella rassegna uno tra i poli più interessanti per la rara capacità di sposare l’espressione artistica all’analisi scientifica.

“Fo.To è un progetto aperto che trasforma Torino in un unico spazio espositivo, ricco di spunti e di possibilità di collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti – ha spiegato Andrea Busto, direttore del Museo Ettore Fico, che ha ideato la manifestazione – Fo.To può fare da apripista a un nuovo modo, inclusivo, di concepire l’arte. Tutto all’insegna del dinamismo proprio dell’istantanea”.

Così eloquente nell’essenzialità – e drammaticità – dei suoi tratti, la Sindone diventa una tappa centrale di tutti questi percorsi che – tra cronaca e arte – si propongono di raccontare non solo Torino, ma l’Europa e tutto il mondo”.

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