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“Sindonica Imago – E il Verbo si fece Carne”: in Sardegna si parla di Sindone e Incarnazione

10 dicembre 2018

giuseppe ghiberti

“Sindonica Imago – E il Verbo si fece Carne” è la manifestazione che si terrà a Guasila (CA) presso il bellissimo Santuario della Beata Vergine Assunta, dal 10 al 16 dicembre: una settimana dedicata alla riflessione sul Mistero dell’Incarnazione attraverso il provvidenziale strumento dell’immagine sindonica. L’evento, curato dalla Delegazione Centro Italia e Sardegna del Centro Internazionale di Sindonologia, presenta un’ampia offerta divulgativa sul telo torinese. Spicca la presenza di una copia a grandezza naturale della Sindone, stampata su tessuto utilizzando le foto ad alta definizione di proprietà esclusiva della Diocesi di Torino; il percorso espositivo comprende inoltre una mostra a pannelli didattici e manifesti celebrativi delle ostensioni. Testi di argomento sindonico saranno resi disponibili per la consultazione. Tra le conferenze e gli incontri, curati dal Delegato del CIS Paolo Pomata, interessante quello di giovedì 13 dicembre che, grazie alla collaborazione dell’Accademia di Iconografia “Santu Jacu” di Ussana, vedrà la realizzazione dal vivo, accompagnata da una meditazione sul Volto di Cristo, dell’icona del “Mandylion”, a cura del Maestro Iconografo Antonio Michele Ziccheddu. Domenica 16 la chiusura dell’evento con il racconto della commovente storia della piccola Josie in pellegrinaggio alla Sindone, ammalata ma ricca di fede e speranza.

Spesso si fa fatica a vedere uniti in un unico significato spirituale il Natale e la Pasqua, momenti così diversi anche nelle tradizioni familiari e sociali. È difficile conciliare la tenerezza e la gioia che suscita il Bambino Gesù con l’immagine di sofferenza del Cristo che tanto deve patire per affrontare la morte e poi risorgere; eppure si tratta della stessa persona e dunque dello stesso corpo. Anzi, si può a buon diritto dire che la nascita di Cristo ha avuto proprio lo scopo di arrivare alla sua Passione, Morte e Resurrezione. L’Incarnazione è dunque il primo passo verso la Resurrezione: è evidente che senza di essa, senza quel bambino nato da Maria nella notte di Betlemme, non avremmo avuto il corpo del Gesù adulto, l’immagine del quale la tradizione ha riconosciuto nell’uomo percosso, flagellato e crocifisso che appare sulla Sindone.

L’Incarnazione di Cristo trasforma ogni incontro, ogni rapporto, ogni sguardo nel segno di una Presenza. Dio si è incarnato ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e la realtà che ci circonda è il luogo mediante il quale il Mistero di Dio si disvela ai nostri occhi. Il nostro insopprimibile desiderio di pienezza, di infinito, di capire il senso della vita e delle cose è, se non censurato e negato a noi stessi, ciò che ci chiama e ci spinge a cercarlo e riconoscerlo anche nelle circostanze minime della nostra quotidianità. La Sindone, con la sua rappresentazione prepotentemente evocativa di quel corpo nel quale Dio si è incarnato, è strumento privilegiato di questo disvelamento del Mistero nel reale. L’incontro con l’uomo in essa raffigurato può rappresentare, per la persona in ricerca, un punto di svolta radicale. Per questo la Sindone è elemento non secondario della pastorale sull’Incarnazione.

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